Ilariusss
Viale Delle Rimembranze Di Lambrate, 2/A, Milano (Milano)
Ilariusss
Laboratorio / Atelier Moda
Margot Robbie a Seul per la prima di “Barbie”. Amal Clooney in Vaticano all’incontro con papa Francesco. Farida Khelfa con una spettacolare maschera di frange e Malika Ayane regale sotto la tesa a tagli. Cosa hanno in comune queste donne, oltre alla bellezza e alla celebrità? Un indirizzo, e la risposta si nasconde dietro un portone affacciato sul giardino di un palazzo di Lambrate, dove le mani di quattro donne confezionano cappelli e copricapi con un estro senza limiti. Ilaria Soncini vi accoglie nel suo atelier Ilariusss, tra le creazioni che hanno conquistato le teste più esigenti e le passerelle più luccicanti. Forbici, metro, feltro, ricami, spilli e ditali affollano il vecchio tavolo da lavoro, pezzo prezioso di modernariato come lo sono le cassettiere, la pastiera, le cappelliere e i manifesti alle pareti. Sugli scaffali, le forme di legno e i prodotti finiti; poi gli schizzi di quelle che sono ancora soltanto ispirazioni. Qui le idee più audaci diventano materia e colore. E i cappelli di Ilariusss portano in tutto il mondo la passione e il saper fare del Made in Italy.
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Viale Delle Rimembranze Di Lambrate, 2/A, Milano (Milano)
Si lavora su un progetto doppio, a Ilariusss. Ci sono le collaborazioni con i più prestigiosi brand internazionali della moda, da Versace a Vuitton, da Valentino a Max Mara: cappelli, cerchietti e copricapi realizzati secondo l’outfit che dovranno accompagnare, e in linea con l’evento nel quale dovranno essere indossati, che sia una sfilata o un red carpet, il Met Gala, un matrimonio regale o un funerale di Stato. E poi c’è la linea nella quale Ilaria Soncini esprime tutta sé stessa e tutta la passione che dall’Emilia l’ha portata a studiare a Milano, a realizzarsi a Berlino per poi tornare e aprire il suo atelier a Lambrate. Nascono così copricapo scultura come Endless, due serpenti allacciati che brillano in una danza intorno alla testa; i cappelli per il teatro, o le tese tagliate che sono un po’ il suo simbolo e la maschera che una giovane indiana ha voluto per festeggiare la laurea e che ha richiesto dieci giorni di lavoro congiunto di Ilaria, di Gemma, di Floriana e di Anaïs. Una crea, l’altra cuce; c’è chi taglia e chi ricama. Tutto, dal primo all’ultimo punto, fatto a mano. Quando al portone bussa una futura sposa è sempre una gioia: tra tutte le clienti, le spose sono quelle che osano di più; quando arriva una commissione da un brand, si sa che il lavoro sfilerà sotto una pioggia di flash. Modista? Cappellaia? Artista? Ilaria sceglie l’inglese “milliner”: «Nella radice ha “Milaner”, ovvero milanese». In definitiva, il cappellaio di Milano. Se non lei, chi?
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