Sartoria Fiorella Ciaboco
Via Gaspare Rosales, 9, Milano (Milano)
Sartoria Fiorella Ciaboco
Laboratorio / Atelier
A due passi da Corso Como, in via Gaspare Rosales 9. Qui, Fiorella Ciaboco vi accoglierà attorno al suo tavolo da taglio per raccontare l’ispirazione che ogni giorno genera abiti su misura creando un mix perfetto tra i tessuti selezionati con cura e la persona che lo indosserà. Metro attorno al collo, ago, filo e oltre quarant’anni di esperienza. Una storia che inizia – e continua - nel cuore delle Marche ma che diventa istituzione tra le madame milanesi con un saper fare tutto da tramandare.
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Sartoria Fiorella Ciaboco
Via Gaspare Rosales, 9, Milano (Milano)
Fiorella Ciaboco è nata a Sassoferrato, un paesino di 7 mila abitanti ai piedi del Monte Strega, nel cuore delle Marche. Oggi ha una sartoria nelle zone più vivaci di Milano, crea abiti su misura e insegna a studenti che ammirati, osservano la sua arte e arrivano da lontano per imparare le basi del made in Italy. A otto anni la piccola Fiorella inizia a rompere le coperte della madre per cucire. A quattordici realizza i primi capi per le amiche, studia modellistica a Perugia e a 21 anni apre la sua prima attività a Jesi, nei primi anni Duemila arriva a Milano e nel 2010 apre la sartoria.
Il legame con il distretto produttivo delle Marche però non si è mai spezzato, a Jesi si trova ancora il polo produttivo e la rete di laboratori con cui collabora. «All’inizio andavo casa per casa, con il passaparola. Mi invitavano le signore milanesi…ti presento alle mie amiche era la frase che dava inizio a tutto», racconta Ciaboco. «Da lì si è allargata la cerchia».
Fiorella Ciaboco è un vulcano di idee: «Il sarto è un po’ un folle artista, trova ispirazione da qualsiasi elemento, altrimenti resta solo un esecutore». Così tra le creazioni di alta moda e quelle di prêt-à-porter si possono trovare i cappottini di tela di canapa dipinti a mano o quelli in stile ottomano. «Ora sono innamorata di Istanbul ma c’è stato il periodo del kimono…le ragazze che lavorano con me in sartoria ogni tanto si chiedono: “Che le è preso a Fiorella?”. Io sono così e amo il mio lavoro, realizzo abiti che mi permettono di raccontare il mondo».
Le sue creazioni sono arrivate fino all’Australia ma la sua “educazione sartoriale”, attraverso la Scuola di Alta Sartoria che ha istituito presso la sede milanese, forma giovani appassionati del tailor made. «Ho una lettera di un professore americano che mi ringrazia per la passione che ho trasmesso ai suoi studenti. Conservo tutti i pensieri dei ragazzi che vengono ai workshop nella mia agenda, sono la soddisfazione più grande».
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