Moda Etica - ll progetto Quid di Verona: dove si coltivano talenti inesplorati

Quando la moda diventa obiettivo di crescita sociale condiviso

13 ottobre 2021

La squadra di quid

Entrare nella sede di via Consortia a Verona non è solo una visita, è una testimonianza, un’esperienza di un’altra moda, un nuovo modo

Qualcosa in più. È questo il significato del pronome neutro latino «Quid», scelto dalla fondatrice Anna Fiscale per dare il nome al progetto che unisce donne con passati, trascorsi diversi e difficili con tessuti provenienti da rimanenze di magazzino di grandi aziende del made in Italy. Creare cose belle da qualcosa che si butta via e dare una possibilità a chi pensa di non avere più uno spazio nel mondo. Ecco il valore aggiunto che rende speciali queste creazioni.

Nel 2013 gli inizi con le collaborazioni in piccoli laboratori sartoriali che offrono impiego inclusivo a Verona, casa del progetto. Nel 2014 le prime collezioni realizzate anche con la sezione femminile del carcere Casa Circondariale di Montorio, nel 2015 la prima sede produttiva con 17 lavoratrici e il negozio, sempre a Verona. L’impegno per coinvolgere più persone e la crescita del progetto nella filiera etica si traducono nel premio Momentum for Change come Lighthouse Academy dell’ONU nel 2017.

Tra gli ultimi riconoscimenti, il Green Carpet Award della Camera della Moda nel 2020 e la nomina di Cavaliere al Merito per la fondatrice da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «per lo spirito di iniziativa con cui ha lavorato sulle vulnerabilità e le differenze per trasformarle in valore aggiunto sociale ed economico».

Magazzino e produzione sono a Verona in via della Consortia, dove sarà possibile scoprire la catena di valorizzazione a ritroso di Quid. Si inizia da ciò che si ha per creare. Dal tessuto in eccedenza (in parte donato, in parte acquistato) che colora scaffali pieni di stoffe, si passa all’ufficio stile fino alle mani delle sarte alle macchine da cucire, dove prendono vita collezioni moda autentiche distribuite in tutta Italia. E si intravedono sorrisi.

All’interno della sede ci sono 150 persone (di oltre diciassette nazionalità diverse) a maggioranza donne con vissuti di fragilità, religioni, lingue, età e culture opposte. Obiettivo, coltivare il talento inesplorato di persone intraprendenti, coinvolgendole nella produzione di capi di moda etica a numero limitato.

Durante la pandemia, tutti i negozi Quid sono stati chiusi e le perdite per il progetto sono state elevate. La passione che anima l’impresa sociale e la famiglia che si è creata dalle relazioni di chi ne fa parte ha reso possibile la conversione di parte della produzione in mascherine riutilizzabili poi autorizzate dall’istituto Superiore di Sanità. Nessuno è stato lasciato a casa.

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