Vita e moda in Technicolor: Enrico Coveri

Il re delle paillettes in un palazzo dei Medici

11 ottobre 2020

Il giallo non è solo giallo, il rosso è un vortice, il fucsia è una certezza. Enrico Coveri trasmette energia pura e la racconta attraverso i suoi abiti vibranti. Nato a Prato e cresciuto a Firenze, dove studia all’Accademia delle Belle Arti e si innamora dei costumi per il teatro, arriverà a Parigi giovanissimo, nel 1977.

Il venticinquenne Enrico Coveri presenta la sua prima collezione e diverte con una rapsodia di colori la capitale francese. L’Herald Tribune nel 1978 scirve: «C’è ironia e senso del colore, in una delle più belle collezioni presentate a Parigi». Osare non è un rischio, per Coveri è uno stato d’essere. Abiti luccicanti ricoperti dalla sua firma, le paillettes: «Che stanno a Coveri come le catene a Chanel», dichiara Le Figaro. Un tornado di adrenalina che smuove la rigidità delle sfilate europee ma soprattutto, una raffinata attenzione per i dettagli e un impeccabile cura sartoriale per ogni capo.

I diversi riconoscimenti per lo stilista toscano, promosso commendatore ante-tempore dal Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, lo lanciano nel panorama internazionale. Coveri è amato da star come Liza Minelli, Joan Collins, Margot Hemingway e Vanessa Redgrave. Il successo continua e nei primi anni ‘80 nascono le linee sportwear, jeans, junior, baby, il design per la casa e i profumi.

Negli anni ’90, in seguito alla morte di Coveri, il brand è guidato dalla sorella Silvana affiancata dal figlio Francesco Martini. Le geometrie, i patchwork e il gusto per i colori tornano sul palcoscenico della moda. A Santo Spirito, uno dei quartieri più vivaci di Firenze, lo spirito pop di Coveri si tocca con mano. Tra i palazzi storici del Lungarno Guicciardini in un palazzo appartenuto alla famiglia de’ Medici, si incontrano tutte le palette dello stilista, che secondo Andy Warhol (che ha ritratto Coveri nel 1983) sono il fucsia, il blu, il rosso e il bianco.

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