The handmade bride in Reggio Emilia

Pigmenti e savoir faire, la sartoria come arte

4 ottobre 2023

La storia di Maria Lucia Squillari parte dalla materia e da una macchina da cucire. Si innamora delle fibre tessili naturali, di come tingerle, di come trasformarle in abiti. Poi, dal suo primo laboratorio in un’antica cascina di campagna condivide il suo lavoro sartoriale anche online aprendo il suo sito internet, è il 2007. Nasce così Larimeloom, il suo marchio, un acronimo creato ad hoc per legare il suo nome con la sua passione per il tessile («loom», telaio in inglese). Oggi, a Reggio Emilia, questa idea è oramai consolidata: un ampio laboratorio sartoriale indipendente, moderno ed organizzato, che si dedica ogni anno alla creazione di centinaia di abiti su misura, con particolare attenzione a quelli per la sposa, raggiungendo clienti in tutto il mondo.

L’approccio alla creazione di un abito, realizzato interamente a mano, è uno studio della persona. «Io lavoro al contrario: parto dalla persona, dal carattere, dal corpo, per arrivare all’abito, cucendolo su di lei», racconta Maria Lucia Squillari. Questo significa anche saper raccontare con i tessuti la personalità, i colori e le emozioni di chi lo indosserà. «Il bianco era un limite, è stato naturale inserire il colore come linguaggio a descrizione del soggetto, è l’abito che si deve adattare alla persona». Se invece il bianco è il colore adatto, una volta indossato si può tingere e riadattare per altre occasioni, sottolinea.

Dentro a un atelier che è insieme laboratorio, archivio e show room e in cui lavorano quattro persone insieme a Maria Lucia Squillari, si selezionano le materie prime naturali, alcune anche vintage (come i rotoli di canapa antica fornita da fidati antiquari e poi lavorata per creare nuovi abiti). Utilizzando lavorazioni manuali e tecniche dell’alta sartoria, come il moulage e l’imbottitura del manichino, si confeziona su misura con precisione e dettaglio. Inoltre si tingono a mano i tessuti, come su una tela bianca. Il colore è una parte fondamentale di questo atelier: estratti naturali e pigmenti atossici si mischiano per creare effetti unici ed irripetibili.  La seta in un bagno di thè acquista una sfumatura di avorio antico. Bucce di cipolla per un giallo luminoso e vibrante, la cocciniglia per delicate sfumature cipria. I pigmenti si fondono e si sciolgono in acqua per diventare colori ed effetti sorprendenti, pennellati sul tessuto per creare pitture evocative legate a romantici ricordi delle clienti (come un tramonto o la spuma bianca sulle onde del mare).

«Ogni colorazione è irripetibile. Grazie ai colori si ottengono sfumature e intensità impossibili da replicare», spiega Squillari. Per questo, ogni abito è un’opera unica, costruita sulla persona che la indosserà.

 

 

 

Uno spazio in cui gli abiti restano sospesi e si rincorrono tra i riflessi della luce che riempie il laboratorio sartoriale mentre le piante regalano accoglienza. «Per le giornate di ApritiModa abbiamo pensato di creare un percorso in atelier che mostri i passaggi per la confezione di un abito: dallo sviluppo del progetto all’unione dei tessuti fino alla tintura dei drappeggi: un abito collettivo» per dare forma, colore e materia alle idee di chi vorrà raggiungere lo scrigno di Maria Lucia Squillari e di tutta la sua creatività.

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