
Fondazione Magnani-Rocca
Via Fondazione Magnani-Rocca, 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Fondazione Magnani-Rocca
Museo
Dalla città di Parma sono una ventina di chilometri, mezz’ora ad andatura lenta. Ma l’arrivo a Mamiano di Traversetolo è come l’allunaggio: immersa nella campagna, ecco apparire la Villa dei Capolavori, sofisticata e senza tempo, scalinata e marmi bianchi, arredi di epoca neoclassica e stile impero. E poi: un parco che non finisce più con alberi monumentali – un Cedro del Libano alto 37 metri, una sequoia rara – ma anche piante esotiche e poi graminacee e piante perenni, proprio come nell’High Line di New York. Nel verde pavoni, volpi, fagiani, lepri, scoiattoli… E a completare un ristorante e una caffetteria.
La villa è sede della Fondazione Magnani-Rocca, una delle più importanti istituzioni artistiche d’Europa che ospita in questi giorni la mostra Moda e pubblicità in Italia 1950 – 2000. Sabato 25 ottobre, alle 16.30, in programma una conferenza su una pubblicità speciale: quella realizzata da Barilla con protagonista Mina e i suoi abiti di alta moda. Saranno proiettati alcuni dei più emozionanti Caroselli.
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Fondazione Magnani-Rocca
Via Fondazione Magnani-Rocca, 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Dal 1965 al 1970 la cantante Mina fu testimonial d’eccezione della pasta Barilla prestando il suo volto e la sua voce per oltre cinquanta caroselli del pastificio di Parma, in preziosi videoclip.
Legata alla moda del momento, ma mai banale, dotata di una mimica e di una recitazione non comuni, con la sua voce eccezionale accarezzerà con eleganza voluttuosa le scatole di pasta o troneggerà su gigantesche confezioni per consigliare acquisti di qualità a quelle grandi cuoche che sono le casalinghe italiane.
Mina, diretta da grandi registi, come Valerio Zurlini (1926-1982), Antonello Falqui (1925-2019), Piero Gherardi (1909-1971) o Duccio Tessari (1926-1994) - che non disdegnano di lasciare momentaneamente il cinema o la TV per il mondo della pubblicità - propone le sue canzoni, spesso ripetute in versioni e scenografie differenti; canta dal vivo alla Bussola di Viareggio, registra in sala di incisione e diviene appuntamento fisso per le donne italiane.
Il messaggio si fa via via più raffinato, graficamente perfetto, e si sposa ben presto con scenografie surreali, abiti estrosi, inquadrature ardite, montaggi aggressivi e dinamici.
E proprio gli abiti, disegnati per lei dal grande scenografo e costumista di Fellini, Piero Gherardi, saranno l’oggetto della esposizione organizzata dall’Archivio Storico Barilla per ApritiModa 2025 e ci permetteranno un tuffo negli anni Sessanta e nella straordinaria fucina creativa che fu l’Italia di allora.
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