Firenze, dal Rinascimento alla nascita del made in Italy

Le botteghe d'artigianato eccellenti, l'apertura internazionale e l'impegno di Giorgini

16 agosto 2021

Se Milano è diventata capitale della moda italiana, Firenze è il punto di partenza. La sua massima espressione, intesa come sviluppo oltre i confini nazionali di un artigianato d’eccellenza, nasce nel capoluogo toscano. Tra le botteghe di esperti della lavorazione della pelle, della paglia e delle sete illustri (come quelle tramandate dall’Antico Setificio Fiorentino e Fondazione Arte della Seta di Lisio) si affermano anche personalità che influenzano il gusto italiano e si fanno conoscere all’estero.

C’è uno stretto legame tra il mondo oltreoceano e la nascita del made in Italy – prima strettamente fiorentino, poi di un Paese intero. Guccio Gucci, dopo aver viaggiato da giovanissimo torna a stabilirsi in via della Vigna Nuova (da un negozio si è passati al Gucci Museum, in piazza della Signoria). Salvatore Ferragamo diventa il calzolaio delle stelle di Hollywood, poi rientra in Italia e fonda la sua casa di moda a Palazzo Spini Feroni (angolo con piazza Santa Trinita) al centro di quella che oggi è considerata la via del lusso (Tornabuoni). Questo avviene prima della Seconda guerra mondiale, a cui seguirà il vero salto di livello della culla del Rinascimento.

Il passaggio cruciale è nel 1951, per il desiderio di valorizzazione del saper fare italiano di Giovanni Battista Giorgini, un impegno che porta avanti già dagli anni ’20 negli Stati Uniti. Nella sua casa fiorentina in via de’ Serragli, a Villa Torrigiani il 12 e 14 febbraio, organizza il First Italian High Fashion Show. L’invito alla presentazione di Alta Moda italiana destinato ai compratori e alla stampa estera ha in copertina il ritratto di Maddalena Strozzi, dipinto da Raffaello Sanzio nel 1506.

«Quando io parlavo di moda all’estero mi si rideva in viso. Non si pensava, non si voleva credere alla moda italiana perché non era mai esistita prima. Invece io credo che la nostra tradizione per il bello nasca durante il Rinascimento, così la mia fede nella genialità italiana mi ha fatto insistere e dopo enormi sforzi, sono riuscito ad avere pochi rappresentanti della moda internazionale. Vennero come visita di cortesia a casa mia, nel febbraio del 1951», dichiara Giorgini durante un’intervista Rai negli anni Sessanta.

Alla prima sfilata per l’alta sartoria nella sala da ballo di Giorgini partecipano Simonetta, Fabiani, Fontana, Schuberth, e Carosa di Roma, Germana Marucelli, Jole Veneziani, Noberasco e Vanna di Milano. Per la moda-boutique invece ci sono Emilio Pucci (altra storica casa di moda fiorentina), Avolio, Bertoli e la Tessitrice dell’Isola. La presentazione degli abiti è accompagnata dalla mostra degli accessori, perché l’obiettivo è mettere in luce l’artigianato e le diverse maestranze: dalla maglieria di Mirsa di Galliate (Novara), alle calzature di Dal Cò di Roma, la bigiotteria di Giuliano Fratti e i cappelli di Projetti e Gallia Peter di Milano, Romagnoli e Canessa di Roma, Biancalani di Firenze, i gioielli di Luciana Aloisi de Reutern di Roma.

 

Dopo il battesimo di Giorgini, che l’anno dopo darà il via alle esposizioni a Palazzo Pitti, inizia un percorso di crescita e successi che diffonde l’italian style in tutto il mondo. Nel 1951 furono esportati 200 milioni di abiti femminili disegnati e realizzati in Italia, nel 1958 si arriva a due miliardi. Il futuro di Firenze accoglie esperienze e saper fare diverse, sempre unite da uno stretto legame internazionale. Enrico Coveri (sede storica sul Lungarno Guicciardini) il primo stilista italiano a sfilare a Parigi nel 1977. Fucina di stile e motore della moda (anche grazie al distretto pratese), è patria per case di moda come Roberto Cavalli ed Ermanno Scervino.

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