Stefano Bemer: scarpe come opere d'arte

Oltre la facciata di una chiesa del'400, si incontrano artigianalità e stile

11 ottobre 2020

Una scarpa non è solo qualcosa da mettere ai piedi. È un oggetto che ci accompagna in ogni nostro passo, in ogni viaggio. Stefano Bemer sapeva valorizzarle e renderle uniche. Dagli anni ottanta ciabattino in Greve in Chianti, arriva nell’ Oltrarno fiorentino come stilista di scarpe su misura. La selezione della pelle – dai grandi classici inglesi ai pellami più insoliti – e la maestria del calzolaio trasformano la scarpa in un culto.

Dall’altra parte, la lunga tradizione della Scuola del cuoio (aperta nel 1950) sviluppata all’interno del Monastero di Santa Croce a Firenze e il suo erede, Tommaso Melani. Nel 2012 – dopo l’addio prematuro a Bemer – e grazie all’incontro con Cristina (compagna e designer di Bemer), Melani unisce l’eccellenza delle due realtà e crea uno spazio magico a San Nicolò, sempre Oltrarno.

Nella chiesa del quattrocento si sente il profumo del cuoio, si vedono tavoli in legno imbanditi di pinze e attrezzi, si scopre come si realizza una scarpa su misura. I maestri artigiani e i ragazzi della scuola del cuoio indossano un grembiule, usano le mani e la loro forza, creano piccole opere d’arte da indossare. E come icone illuminate in un Museo, le calzature si ammirano sulle pareti. La perfezione non è un’idea, è l’obiettivo. Non a caso, il Financial Times lo ha inserito tra i 21 negozi maschili più belli al mondo.

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