Missoni: a family, a passion, an art

I mille colori della maglia e il fascino del Monte Rosa

9 settembre 2023

C’è un pizzico di sport nella loro maglia, ci sono tutte le sfumature di colori che la natura può generare, c’è la passione di una famiglia, la maestria del saper fare, il lusso della fantasia e tutta l’arte del made in Italy. Missoni è un cognome prima di essere uno dei più grandi nomi della moda italiana nel mondo. L’incontro tra Rosita Jelmini e Ottavio Missoni è casuale nella Londra del 1948: lei studiava inglese, lui gareggiava con la Nazionale Italiana di Atletica leggera alle Olimpiadi, le prime dalla fine della Guerra. La casa di moda nasce cinque anni più tardi, è il 1953. Nel mentre il matrimonio e l’idea di creare una fabbrica in un posto dove ad entrambi sarebbe piaciuto vivere nei weekend. Sumirago, in provincia di Varese. A conquistarli, il panorama del Monte Rosa che ogni giorno cambia luce, come Rosita lo vedeva da bambina da Golasecca dove è cresciuta. 

Nel 1958 la prima collezione di abiti a righe in vetrina alla Rinascente di Milano e la prima etichetta cucita sui capi, nel 1962 la riscoperta delle macchine Rachel, fino a quel momento usate solo per fare scialli, e il loro impiego per creare tessuti superleggeri. Nel 1963 sperimentano il rayon-viscosa che diventa una delle loro fibre preferite. Nel 1966 la prima sfilata al Teatro Gerolamo di Milano rompe con il passato e introduce la maglia. Le prime copertine sulle riviste, poi nel 1970 Diana Vreeland, una delle giornaliste di moda più influenti del tempo e direttrice di Vogue, invita Ottavio e Rosita Missoni a New York. Così la conquista dell’America e il battesimo del “put-toghether”, lo stile Missoni. Nel marzo 1971 i Missoni presentano a Cortina una collezione femminile après-ski: un total look di completi in maglia tinta unita con inserti patchwork multicolori. I giornali iniziano a paragonare le composizioni cromatiche di Ottavio Missoni a opere d’arte contemporanea. Nel 1973 il “Neiman Marcus Fashion Award”, l’Oscar del mondo del fashion. 

Alla base di quelle opere d’arte indossate, ci sono gli studi di Ottavio Missoni per tessuti e per arazzi, cioè i fogli a quadretti piccoli riempiti con pennarelli colorati, i disegni su carta che abbinano tinte e forme e diventano come quadri. L’idea si trasforma nell’unione di migliaia di fili intrecciati che dalle macchine, poi, prende forma in tessuto. Per renderlo Moda, serve l’ingegno e la costanza del lavoro di Rosita e di tutti i collaboratori. Sul “Tempo” di Roma nel 1976 Pia Soli scrive: «I Missoni rappresentano il nuovo modo di vivere dove il lusso non è il costo ma la genialità, la fantasia, la semplicità. I Missoni vestono la gente per la vera vita, le loro strutture sono elementari, cariche soltanto di disegni e di colori che saltano fuori ad ogni stagione più prepotenti che mai». Riconoscibile perché sempre uguale ma sempre diverso. Nel 1978 i Missoni celebrano i loro 25 anni di creatività con una mostra antologica alla Rotonda della Besana a Milano e al Whitney Museum of American Art di New York. Da qui la consapevolezza e il desiderio di un Archivio per raccogliere tutta l’eredità e il sapere di Missoni. Il Direttore creativo è il secondo figlio, Luca Missoni. Da quel momento, tutto il materiale raccolto nel passato della casa di moda diventa linfa per mostre e progetti creativi. Nell’estate nel 1998 Angela Missoni, la terzogenita, esce in passerella e rende ufficiale il suo ruolo nella direzione creativa che terrà per oltre 20 anni. 

A Sumirago, nell’archivio, si trovano oltre 25 mila capi tra le collezioni uomo e donna Missoni, una miriade di accessori, scarpe, borse, campioni, opere d’arte, stampe, editoriali, libri, video. Gli arazzi patchwork, gli studi tessili di Ottavio Missoni. Un luogo magico dove nasce l’ispirazione, uno strumento di ricerca e un punto fermo nella storia e nell’evoluzione di Missoni, custoditi attraverso la “Fondazione Ottavio e Rosita Missoni”. L’archivio si è anche evoluto andando oltre la memoria per diventare un’esperienza da indossare grazie a una dressing room virtuale e alla possibilità di esplorare i capi ricreati attraverso la tecnologia 3D a 360° tramite smartphone con un QR Code.  «Un luogo ricco di Arte e Colore immerso nella natura», spiega Luca Missoni: «I visitatori potranno interagire con gli elementi del brand: zigzag, fiammato, patchwork e molti altri per conoscere divertendosi l’heritage di una casa di moda che esiste da 70 anni ed è tra i protagonisti della grande Moda Italiana». 

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