Il sarto di Hollywood, la comodità di un abito

Sartoria Domenico Caraceni: la generazione di Virginia Campagna

19 settembre 2022

Virginia Campagna guida la sartoria seguendo le orme di suo padre Gianni, a sua volta ispirato dal cammino avviato dal maestro Domenico Caraceni più di un secolo fa. La casa dell’atelier resta Milano, così come l’approccio che ha sempre contraddistinto la cura della realizzazione di abiti su misura, come vuole la tradizione.

«Domenico Caraceni è considerato da sempre il padre della sartoria perché ha fornito l’elemento della comodità ad un abito che sino ad allora era considerato rigido e difficile da portare, così che l’abito ha iniziato ad essere l’elemento di uso quotidiano. Mio padre ha proseguito il cammino del suo maestro continuando a lavorare sulla vestibilità dei capi che lui stesso vantava potessero essere indossati anche in una regata in barca, per la loro comodità», racconta Virginia Campagna. Non solo abiti portabili ma riconoscibili per la cura dei dettagli e «le note glam, per far sì che l’abito non sia considerato solo per uso formale ma come complemento ideale per la vita di ogni giorno, anche oggi», sottolinea.

Virginia Campagna vive la sartoria già da bambina ma prima di approdare nell’atelier milanese si dedica alla sua altre passioni: il cinema, il teatro, l’arte. Elementi che si ritrovano anche nel passato, quando Caraceni veniva descritto come: «sarto di Hollywood». «Ricordo i profumi, i rumori, i tessuti. La grande vitalità e il desiderio di creare sempre qualcosa di perfetto e altrettanto magico per chi lo indossasse. Il grande impegno e il lavoro costante che spesso non regalava vacanze o grande libertà, ma che ricambiava con grandi soddisfazioni», rimarca Virginia Campagna.

Unica donna a interrompere la catena maschile di successione della sartoria, un ruolo che definisce come: «ancora più stimolante e di aiuto per confronto di gusti e idee, soprattutto se cresciuta in una famiglia composta da due fratelli». In sartoria, dove oggi lavorano tre maestri sarti insieme a giovani sarti e collaboratori esterni, non si usa nessun macchinario. Tutto viene ancora realizzato a mano, dal più piccolo orlo alla confezione dell’abito.

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