Asciari, la passione per la sartoria «ritrovata»

Il laboratorio creativo di idee a Milazzo

12 settembre 2022

«Asciari è una parola che deriva dal siciliano arcaico e prima ancora dal latino adscire. Significa ritrovarsi, ricercare le proprie radici, creare un incontro», spiega Pietro Mazzettini. Ed è ciò che hanno realizzato lui, sua sorella Federica e la madre Marta insieme nel 2016. «È un laboratorio di idee e progetti in cui tradizione, artigianato e design sono strettamente correlati tra loro». Non sono solo vestiti, quelli che vengono disegnati, creati e confezionati in Sicilia, precisamente a Milazzo e dintorni. «Sono l’espressione del nostro modo di essere. Sentivamo l’urgenza di creare qualcosa che non avesse tempo, fosse essenziale e rispondesse al nostro modo di intendere la vita».

Una passione di famiglia quella di confezionare i propri abiti su misura, una cultura per la sartoria e il ben fatto. «Nei negozi non trovavamo più ciò che ci soddisfava e con il tempo ci siamo realizzati tutto il guardaroba. Poi le persone hanno iniziato a chiederci dove potevano trovare ciò che indossavamo». Da quella curiosità è nato il desiderio di creare degli abiti, fare una piccola collezione e presentarla al pubblico. Il risultato è un atelier che oggi crea capi ricercati dall’Austria fino al Giappone. Pietro ha lasciato il suo lavoro da avvocato a Londra e oggi segue l’azienda, Federica (in realtà dentista) è la mente creativa insieme a Marta.

Una Sicilia lontana dallo stereotipo barocco dell’eccesso: «questo è il nostro modo di vivere e lo riflettiamo nell’abbigliamento. Minimale, pulito ma con estrema attenzione alla materia prima: lino, seta, canapa e cashmere. Tessuti naturali e pregiati, solo manifattura sartoriale siciliana».

Ecco gli elementi (tre, come loro e i triangoli che compongono il logo) che contraddistinguono Asciari, ma non solo per quanto riguarda i capi. Il profumo dell’isola, infatti, si ritrova nelle essenze utilizzate per i saponi fatti come vuole la tradizione Mediterranea. Olio di oliva e componenti naturali: trito di mandorle, spremuta di capperi o polpa di fico d’india. «Anche questa nostra scelta di entrare nel mondo del beauty segue le caratteristiche di raffinatezza e sartorialità che continuiamo a ricercare».

L’atelier, nel centro di Milazzo, tra villette e un teatro liberty, si distingue per il suo impatto geometrico e popolare: «sembra uno spazio di recupero industriale. Noi lo abbiamo lasciato così all’esterno, nel suo stato d’essere», spiega Pietro Mazzettini. All’interno invece, il blu lavagna delle pareti incontra la pietra lavica del pavimento mentre dettagli di design (come le lampade disegnate dal compasso d’oro Davide Groppi) trasformano il semplice in elegante.

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