Boldrini Selleria: il valore della pelle lavorata a mano

Una bottega artigiana nel cuore della Toscana, la passione per i cavalli

28 luglio 2022

A Chiesina Uzzanese, a due passi da Montecatini Terme, si trova la Selleria Boldrini. Nata nel 1955 per volere di Scandiano Boldrini, oggi è guidata dal figlio Luca, sua moglie Roberta e la sorella Cristina. Non ci sono cavalli nella storia della bottega artigiana dove tutte le lavorazioni sono fatte a mano: il nome rimanda alla passione del fondatore per le linee sinuose degli accessori per l’equitazione e nella scelta della materia prima. Il segreto delle borse di cuoio che vengono realizzate ad arte, infatti, è la pelle. La stessa che viene scelta per le selle.

«La pelle è il nostro biglietto da visita, utilizziamo la vacchetta conciata al vegetale», spiega Roberta Brucini. «Tutte le concerie del territorio con cui collaboriamo sono parte del Consorzio Vera Pelle». Questo significa che la pelle grezza viene trattata con la concia al vegetale, un processo tradizionale e riconoscibile che valorizza il tannino, elemento naturalmente presente in numerosi tipi di alberi. Un processo che caratterizza la pelle di unicità (non ci sarà mai una pelle uguale all’altra) e la trasforma negli anni accogliendo sfumature e riflessi.

«Noi diamo garanzia di oltre vent’anni sulle nostre borse, ci sono clienti che ci chiedono di fare piccole riparazioni per continuare a utilizzarle. Abbiamo anche ritrovato delle nostre borse nei mercatini dell’antiquariato, le abbiamo ricomprate e ora le conserviamo in azienda, sono ancora bellissime».

Se la pelle per sua natura è una materia prima durevole, la cura con cui vengono realizzate le cuciture, i tagli e i profili a mano trasformano una pezza di cuoio in un oggetto prezioso. «Siamo una piccola realtà: quattordici persone all’interno dell’azienda e con noi collaborano artigiani esterni del territorio». Dal disegno alla creazione, dalla selezione delle migliori pelli al taglio, cucito e assemblaggio della minuteria (rigorosamente made in Italy). Tutto viene realizzato all’interno del laboratorio dove si trovano timbri storici, frese e grandi tavoli in legno a disposizione dei maestri artigiani.

La differenza sta nei piccoli dettagli. Oltre all’attenzione per ogni foro nella pelle (quelli delle tracolle devono essere fatti tutti a mano), per tradizione si aggiungono dei rimandi al mondo delle sellerie. «Numeriamo le borse come viene fatto per le staffe, selezioniamo degli accessori che si ritrovano nelle gavette dei cavalli», sottolinea Brucini. «Mio suocero aveva una grande passione per i cavalli anche se non ne ha mai avuti, il nostro designer, anima creativa dell’azienda, Giancarlo Fatichi, invece, ne ha cinque o sei. Ancora oggi ci chiamano pensandoci produttori di selle equestri».

Ad accogliere clienti e curiosi, spesso provenienti dal Giappone e dagli Stati Uniti, è l’indistinguibile profumo di cuoio: «Noi ci si è fatto il naso ormai», commenta in toscano Roberta Brucini, «ma tutti, una volta entrati, restano sempre affascinati dall’atmosfera, dal laboratorio con gli artigiani (sempre più ricercati) e dalla nostra passione».

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