Milano moda: geografia di una città ideale

Dai palazzi storici alle botteghe d'eccellenza: archistar e storie d'amore creano relazioni perfette

13 settembre 2021

Una fucina di sapere e stile. Se Milano fosse un ricamo sarebbe sicuramente di alta moda con canette, coralli e materiali innovativi. Quelli realizzati nel Laboratorio Pino Grasso di via Simone D’Orsenigo in Porta Romana, ad esempio, che ha superato il mezzo secolo di attività e continua con le sue creazioni ad ispirare i grandi stilisti (e trasformare in sogno attimi vissuti da protagonisti come i Måneskin all’ultimo Festival di Sanremo). Nel quartiere Ticinese si trovano i preziosi ricami gioiello di Osti Ricami, dove ogni punto incastonato di perle, piume e pietre diventa un racconto, una persona e un momento unico. Ancora oggi Luisa Pelosio crea combinazioni perfette seguendo le tracce di Pia Osti, donna d’avanguardia che nel 1920 aprì il laboratorio, oggi diventato atelier.

Poi c’è la città dei cortili. Quelli nascosti nel Quadrilatero della moda, come la sede della maison fondata da Gianni Versace in via del Gesù o il palazzo della prima sartoria che ha cambiato le figure femminili nella Milano del passato. Curiel è in Monte Napoleone e con il suo lusso senza tempo. I percorsi alla scoperta dell’artigianato d’eccellenza continuano nelle viuzze di Brera. In via Goito 5, tra librerie storiche, segreti di famiglia e tradizioni di viaggi si scopre il mondo di Piacenza Cashmere 1733 e le sue nobili origini. In via Mozart, dentro la villa omonima, avvolto da edera, marmi e soffitti affrescati, lo scrigno di Serapian. La pelletteria simbolo di Milano dal 1928, unita dall’amore tra Stefano Serapian e l’elegantissima moglie Gina Flori. Così si crea una «mano Milano» con angoli smussati, profili fluidi e palette che si ispirano ai colori della città.

Moda, finanza e design trovano casa nella stessa geografia urbana, l’uomo è l’alta sartoria Domenico Caraceni in via Serbelloni, a due passi da San Babila. Su misura e rigorosamente a mano, con metro, gesso e spilli per disegnare l’abito bespoke. Il comfort emotivo, l’attitudine creativa e accogliente (la stessa che ha scelto anche 007) si ritrovano nello spazio di Massimo Alba di via Corsico, un ex magazzino tra tappeti colorati, piante e ricordi personali.

L’arte di Milano è anche quella di saper valorizzare luoghi che hanno carattere ma che nel tempo hanno sbiadito la loro anima. Per questo servono menti come quella di Antonio Marras, che dentro un’ex officina meccanica ha dato vita ad un’esplosione di tessuti, colori, luci, ceramiche e preziosi mobili. Poco distante dall’ex Ansaldo, si trova il quartier generale del re della moda milanese. In via Bergognone c’è il teatro contemporaneo di Giorgio Armani. Dalla vecchia sede di Nestlè, per maestria dell’architetto giapponese Tadao Ando e dello stile inconfondibile della casa di moda, si respira l’atmosfera color greige. È la moda in tutti gli angoli di Milano.

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