Kiton: eleganza, tradizione e savoir faire napoletano

Per comporre una giacca servono 1800 passaggi

25 ottobre 2020

«Il mio orgoglio più grande è aver restituito dignità al mestiere del sarto», con queste parole Ciro Paone racconta la passione che lo ha guidato nella vita. Kiton, la casa di moda che ha fondato ad Arzano, vicino alla sua Napoli, nel 1968. Il punto fermo – rigorosamente rosso, come quello sul logo del brand – è la qualità eccellente. Questa non può essere una cosa che puoi prendere o lasciare, per la maison partenopea o fai tutto nel modo migliore possibile, o non le stai facendo nel modo Kiton.

Per questo in ogni cucitura, sotto ogni piega, tra le trame del tessuto che compone gli abiti, le camicie e le cravatte ci sono le mani, il cuore e l’esperienza di chi ama il proprio lavoro. La giacca è concepita come una struttura architettonica: si sceglie il tessuto e poi lo si manipola. Per realizzarla servono 1800 diversi passaggi e non meno di 25 persone. Per questo lo stile Kiton fa la differenza ed è conosciuto in tutto il mondo. La tradizione della sartoria napoletana non è mai
stata abbandonata e continua a tramandare segreti e gesti, come quello della stiratura con panno umido al termine della cucitura dell’abito.

Il ferro da stiro pesa in media otto chili, ma il risultato è unico – perché così il tessuto mantiene la sua naturale morbidezza. Oggi il mondo Kiton conta 800 dipendenti, più della metà di questi sono sarti e artigiani. Per questo la maison nel 2000 ha aperto anche una Scuola di Alta Sartoria che si propone di trasmettere l’arte del “fatto a mano” attraverso i migliori maestri artigiani Kiton. Proteggere e portare avanti la cultura sartoriale napoletana non è un desiderio, è un impegno. E a Milano – nel cuore moderno della maison – arte, innovazione e bellezza si fondono con gli archivi storici creando una perfetta armonia.

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