Antonio Marras, tra prêt-à-porter e couture

Uno stile stravagante, eccentrico ma pieno di carisma ed autenticità

22 ottobre 2020

Non lontano dall’ex Ansaldo, un palazzo apparentemente anonimo nasconde il giardino dei sogni di Marras. Varcato il cancello, passato il corridoio, in quella che era una volta un’officina meccanica, ci accoglie oggi un’esplosione di flora, e poi luci, colori, tessuti, vecchi mobili…

È il mondo di Antonio Marras: sardo di nascita e milanese di adozione, ha esordito nella moda per una “fortunata casualità” nel 1987, quando viene chiamato a disegnare collezioni di prêt-à-porter per una ditta romana.

La prima collezione che porta il suo nome, un defilé couture, arriva nel 1996; tre anni dopo il suo prêt-à-porter, tra attenzione all’artigianalità Made in Italy, la Sardegna come fonte di ispirazione, un vero e proprio fil rouge, o “ligazzio rubio” in sardo, e tutti i dettagli che sono diventati sinonimo delle sue creazioni – “bruciature sui tessuti preziosi, garze stramate e ricami sontuosi, orli a vista e broccati uniti alla percezione della contemporaneità, elementi di grande ricchezza decorativa che si innestano su abiti vintage, mix-match di ricco e povero, maschile e femminile, decorazione e struttura, forma e funzione.”

La sperimentazione sartoriale di Marras si estende anche alla linea Laboratorio e Serie Limitata, un connubio tra prêt-à-porter e couture, a cui nel 2007 si aggiunge I’M ISOLA MARRAS – più che una seconda linea, una collezione più giovane, in cui i codici Marras sono immediati, diretti. Tutto in mostra nella sua casa-laboratorio algherese e nel suo quartier generale di Milano, stravagante, eccentrico ma pieno di carisma ed autenticità.

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