La canapa, questa sconosciuta

In Valle D'Aosta la sua seconda vita

29 settembre 2025

Canapa e lino sono le materie prime, prodotte e lavorate in proprio, dalle quali le comunità di montagna ricavavano nel passato le fibre tessili per realizzare capi di abbigliamento, corredi e teli da lavoro.

Dalla canapa, Cannabis sativa, largamente coltivata in prossimità dei corsi d’acqua in Valle d’Aosta e in tutto l’arco alpino si ricavava, dopo una serie di procedimenti (raccolta, macerazione, scortecciatura, pettinatura, filatura) un filato resistente all’ usura che, a seconda della finezza o rusticità, veniva tessuto per confezionare indumenti.

La tessitura della canapa in Valle d’Aosta non era solo una tradizione storica, ma era un processo artigianale complesso che iniziava con la coltivazione della canapa, seminata nei campi della bassa valle e poi sottoposta a un processo di macerazione, battitura, per separare le fibre che venivano poi filate per creare un filato grezzo e resistente. La canapa in gomitoli veniva poi trasportata a spalle, dalle stesse donne fino a Champorcher per essere tessuta e trasformata in lenzuola, federe, tovaglie e camicia.

La canapa è green: rispetto ad altri materiali, richiede molta meno acqua in fase di coltivazione (l'80% in meno rispetto al cotone), è più produttiva rispetto al lino e la sua struttura contiene molti più lumens rispetto alle altre fibre, cioè una quantità maggiore di canali d'aria, che la rendono estremamente isolante.

La scelta della cooperativa Lou Dzeut di utilizzare nella lavorazione telai tradizionali non è solo una questione di nostalgia o estetica, ma una necessità per garantire che i tessuti mantengano le caratteristiche uniche che li hanno resi famosi: robustezza, resistenza e una bellezza rustica ineguagliabile. Le donne che ancora oggi tessono la canapa sono custodi di un sapere antico, che viene celebrato attraverso racconti, immagini storiche e dimostrazioni pratiche. Queste testimonianze non solo mantengono vivo il ricordo delle generazioni passate, ma ispirano anche le nuove generazioni a valorizzare e continuare questa arte.

Per far comprendere meglio il valore della canapa nell’economia delle famiglie della zona in passato, è stato aperto anche un Ecomuseo: vi è conservato un esemplare di telaio, che era molto semplice, costruito in legno di larice con i licci in corda.
Nell’abitazione tradizionale il telaio era posto nell’angolo accanto alla finestra, nella stalla, per sfruttare il poco spazio disponibile. Generalmente si tesseva durante le veglie invernali poi, in primavera, si faceva il bucato della tela nuova. Il lavaggio era quasi un rito e culminava con l’esposizione della tela lungo la strada, dove poteva essere ammirata e valutata dalla comunità.

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