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Museo dell'Arte della Lana

Via G. Sartori, 2, Pratovecchio Stia (Arezzo)

Museo dell'Arte della Lana

Museum

This isn’t just a place that tells the story of a territory and its workers. The old woolen mill of Stia (in the province of Arezzo) is a space that offers a sensory experience. The feel of natural fibers. The smells of carding oils, those of wool dyes and the sounds of machinery that transform fleece into fabric are not memories here, but moments to be experienced. An example of industrial archeology in the Casentino area (completely restored in 2007), it’ll fascinate you with its stone walls framed by brick vaults, and the large wheel at the entrance. The water turbines - which once animated the factory - are now enhanced by a glass wave in zinc and titanium that contains the new power plant. If you look at it from the bridge over the Staggia (a stream that flows into the Arno), you’ll feel like you’re in a painting.

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Museo dell'Arte della Lana

Via G. Sartori, 2, Pratovecchio Stia (Arezzo)

Il percorso espositivo del Museo dell’Arte della Lana è una vera e propria esperienza sensoriale, dove si può toccare, annusare, ascoltare, imparare, provando in prima persona la manualità di alcuni gesti propri dell’arte della lana: i visitatori possono ancora riconoscere all’interno delle sale, che ospitavano in passato i cicli produttivi delle lavorazioni tessili, l’odore degli oli per la lubrificazione della lana per la cardatura, quelli intensi dei filati e dei tessuti appena tinti, o quelli metallici e acuti dei macchinari tessili, e con un po’ d’immaginazione si può riuscire anche a percepire le essenze del lavoro e della fatica che sono ancora attaccate alle pareti.

Per far riascoltare ai visitatori gli assordanti rumori che rimbombavano negli stanzoni e per osservare il funzionamento dei macchinari durante i processi di lavorazione, sono stati creati degli appositi percorsi multimediali. Accanto ai macchinari più rappresentativi sono stati istallati dei monitor che si accendono premendo un apposito pulsante rosso: i video mostrano il movimento che avviene durante il ciclo di produzione e riproducono il battere del telaio, il sibilo della filanda e il rumore sommesso dei tamburi guarniti di punte metalliche del reparto cardatura, oltre a mostrare come si realizza la tintura naturale della lana e la storia del Panno Casentino con il funzionamento della “ratinatrice” che è il macchinario con cui si crea il ricciolo caratteristico di questo panno lana.

Anche il tatto è fondamentale per comprendere pienamente le lavorazioni tessili e le qualità di una stoffa; la mano di un tessuto indica tecnicamente proprio quelle caratteristiche che si possono riconoscere esclusivamente con la sensibilità delle mani. In collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti abbiamo realizzato un percorso tattile per rendere accessibili strumenti, fibre, e tessuti, dove si impara toccando; nel tentativo di abbattere le barriere percettive e sensoriali che costantemente incontrano i disabili della vista, sono stati creati dei percorsi utilissimi per tutti i visitatori, che hanno così la possibilità di scoprire l’importanza della dimensione tattile. All’inizio dell’itinerario museale sono posizionati alcuni recipienti in plexiglass, contenenti le fibre tessili più diffuse, mettendo le mani al loro interno, si può provare a riconoscerle a seconda delle sensazioni che si percepiscono di caldo, freddo, morbido, liscio, ruvido.

Inoltre vedenti e non vedenti possono sperimentare il corridoio del tatto: un buio e stretto cunicolo in pietra, segnalato con soffusi led sul pavimento, dove si cerca di individuare, esclusivamente al tatto, le diverse tipologie di tessuti appese sulle pareti. Una volta che il visitatore ha toccato e strofinato tra le proprie mani la stoffa, può tirarla leggermente per accendere un faretto e illuminare la didascalia che indica la qualità tessile e le fibre di cui è composta.

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