Piemonte: lana, sport e passamanerie

Dal distretto biellese al buon gusto di Torino

Percorso

20 ottobre 2023

Un territorio che ha una secolare tradizione nel saper trasformare l’energia e la potenza dell’acqua in risorsa per creare tessuti, la fantasia per dar vita a cappelli che diventano un simbolo, passamanerie regali e tanto saper fare. È il Piemonte attraverso le lenti di ApritiModa.

Un viaggio che inizia nel 1733 a Pollone, a due passi dal Parco della Burcina. Lì troverete il Lanificio Piacenza e scoprirete come nasce un tessuto, dalla fibra alla materia fino al particolare trattamento riservato ai tessuti più preziosi, pettinati con il fiore del cardo per ottenere il massimo della qualità. Ai margini della Bessa, sulle colline divise dai torrenti Ingagna e Viona costellate da piccoli borghi piemontesi, a Mongrando ha sede il Lanificio Guabello (parte di Biella Manifatture Tessili), che dal 1815 crea tessuti che diventano l’ingrediente segreto per l’alta sartoria maschile. Il Lanificio Cerruti invece, dal 1881, è un continuo dialogo tra passato e presente: da un lato l’antica manifattura, modello di archeologia industriale, dall’altro gli edifici moderni progettati da Vico Magistretti. Dentro, la passione di Nino Cerruti tramandata alla sua famiglia. Lo stile e la visione imprenditoriale di Ermenegildo Zegna, oggi nota in tutto il mondo, le trovate dentro Casa Zegna. All’interno di quella che un tempo era la casa di famiglia, la storia del Gruppo fin dai suoi inizi nel 1910. Tutt’intorno vale la pena fare una passeggiata nell’Oasi Zegna, polmone verde che abbraccia l’azienda. 

A Roccapietra, nella Valsesia, la valle più verde d’Italia, trova invece casa Loro Piana. In un connubio di vegetazione e reticoli fluviali prendono forma anche le più pregiate materie prime come Cashmere, Baby Cashmere e Vicuña per diventare tessuti e capi eccellenti. Pietra, legno e rampicanti verdi si fondono invece a Lesa, dove si trova la sede di Herno. Un percorso tra tavoli destinati al taglio, macchinari moderni e collezioni di opere d’arte. Natura e acqua sono anche il denominatore comune della Valle Cervo, dove si lavora la lana in modo diverso. Qui, nel 1897 nasce una Cooperativa di operai cappellai, per soddisfare la richiesta di un accessorio allora quotidiano. Ora, nel Cappellificio Cervo, luogo da cui sono iniziate le forniture ufficiali per il corpo degli Alpini, si realizzano ancora cappelli a mano fino all’ultimo passaggio. 

Per ripercorrere il passato di un altro nome che ha fatto la storia del made in Italy nel mondo dovete andare nel centro di Alessandria, patria del Borsalino. Presso il Museo dedicato al sogno del fondatore Giuseppe Borsalino, scoprirete oltre duemila cappelli custoditi nelle vetrine disegnate da Ignazio Gardella, i “Venti cappelli che hanno cambiato il mondo”, quelli legati alle figure femminili fino ai Panama che rimandano a profumi esotici. Intrecci di racconti, persone ed esperienze lontane unite da un solo cappello: il Borsalino. 

Se volete scoprire cosa c’è dietro Kappa®️, Robe di Kappa®️, Jesus®️Jeans, K-Way®️, Superga®️, Sabelt®️, Briko®️ e Sebago®️ la vostra destinazione è Torino, nell’headquarter di Gruppo BasicNet. Un villaggio d’impresa che racconta gli oltre cento anni di storia aziendale e dei brand che oggi ne fanno parte. Dalle scarpe più amate dagli italiani ai jeans più discussi del Paese fino al logo iconico che è arrivato alle Olimpiadi. Restando in tema sportivo, spostandoci a pochi passi dal Duomo di Biella, si trova Fila. All’interno dello stesso palazzo, un tempo sede dell’Agenzia delle Entrate, scoprirete tutto l’archivio con oltre 40mila pezzi, le collezioni e gli uffici del rosso e del blu dello sport del made in Italy. Nel Museo, anche un patrimonio di tute dei campioni (come quelle di Ingemar Stenmark) e di tutte le collaborazioni attivate con l’alta moda. 

Sempre a Biella, là dove un tempo si trovava il lanificio Trombetta potete fare una visita diversa. Qui ha sede la Cittadellarte della Fondazione Pistoletto, un’utopia immaginata dall’artista Michelangelo Pistoletto. Un laboratorio dove creativi, imprenditori e innovativi del territorio portano esperienza, idee e progetti per il futuro. Una fabbrica che ospita mostre e attività. Quella legata alla moda è Fashion B.E.S.T. creato insieme a Franca Sozzani. Lo spazio è anche sede permanente del Terzo Paradiso (opera di Pistoletto) e simbolo di Biella Città Creativa Unesco. 

Tornate a Torino, se volete conoscere un saper fare che oggi è quasi introvabile. Si tratta di passamaneria. Da sei generazioni la famiglia della Passamaneria Massia intreccia fili e realizza cordoni, frange, fiocchi e alamari. Fornitori della Real Casa di Savoia portano il loro saper fare nei palazzi dei principi, mentre nella bottega torinese, dentro al palazzo dove Silvio Pellico scrisse “Le mie prigioni”, tutto prende vita. 

A Chieri, in provincia della città sabauda, un’altra famiglia crea nappe, bracciali, frange e cordoni. È la Passamaneria Arna, che dal 1959 realizza con moderni telai e rifiniture a mano piccole opere d’arte. Da non perdere il magazzino ricco di rocche di filato di qualsiasi colore esistente. 

Per chiudere, una sartoria nel cuore di Torino. È la Sartoria Sociale Gelso all’interno dello storico Istituto delle Rosine. Lavorazioni su misura e collaborazioni con stilisti realizzati da sarte e donne che hanno imparato il mestiere per riprendersi in mano la propria vita. Tra i capi anche prodotti realizzati dalle detenute della sezione femminile della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno. 

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