Milanese nella sua espressione, matrice mitteleuropea e una linea di successione strettamente femminile, che si ritrova nel cognome Curiel. Dalla prozia Ortensia, triestina, proprietaria di un atelier a inizio Novecento, alla grinta di Gigliola che negli anni del boom economico arriva nel capoluogo lombardo e disegna gli abiti perfetti per andare alla prima della Scala diventando una certezza per le milanesi più chic, fino a raggiungere Harrods a Londra e Bergdorf Goodman in America. La sua creazione, il Curiellino, è eleganza riconoscibile che evolve con la figlia Raffaella negli anni in cui il prêt-à-porter si fa spazio in quella che diventerà la città della moda italiana. Soprannominata come l’intellettuale della moda, tra i punti fermi dell’haute couture che intreccia competenza a passione per l’arte, tramanda quest’eredità a sua figlia Gigliola, che oggi disegna le ultime collezioni. La contemporaneità, sostenuta dall’acquisizione da parte del gruppo RedStone, ha casa in via Montenapoleone 13, nel cuore del Quadrilatero. Nell’atelier dagli alti soffitti affrescati, il gioco di specchi crea un’atmosfera preziosa che unisce boiserie e stucchi ad ottone e pelle. Mentre il bianco domina la scena, le creazioni Curiel colpiscono per la raffinatezza che si ritrova anche nelle gigantografie a parete con le immagini dell’archivio storico della maison.