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IJO Design

Via Giuseppe Palmieri, 47, Lecce (Lecce)

IJO Design
Data/ora chiusura iscrizioni: venerdì 24 ottobre 2025 16:00:00

Laboratorio / Atelier

Perdetevi nei vicoli del centro di Lecce fino ad arrivare in via Palmieri, quella che porta verso il Duomo. Qui si trovano Annalisa Surace e le sue creazioni IJO’design realizzate con telai tradizionali da oltre venticinque anni ma secondo una tecnica centenaria. Un nome, quello del brand, che rievoca il vocabolario grico – il linguaggio che si parlava nel territorio pugliese come eredità della Magna Grecia. Qui lana, cachemire e fibre sostenibili diventano tessuti da indossare grazie al telaio a quattro licci del laboratorio-atelier, dove a fare da protagonista è la lavorazione eccellente (e quasi dimenticata) del fiocco salentino.

Disponibilità di visita o materiale anche in lingua inglese
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Via Giuseppe Palmieri, 47, Lecce (Lecce)

IJO’ design significa “sole” in grico, un linguaggio a metà tra il greco e il salentino che si parlava nel territorio pugliese come eredità dell’antica Magna Grecia. Annalisa Surace negli anni duemila studia architettura al Politecnico di Milano e decide di dedicarsi ad un progetto di rilancio dell’arte della tessitura salentina.

«Non volevo che la tessitura a telaio diventasse un fossile come altre forme di artigianato, volevo che diventasse bello vestirsi con quei capi». Così ha inizio IJO’ design – laboratorio atelier nel cuore di Lecce che realizza interamente a telaio capi unici come la cappa di cachemire, la più richiesta. 

Dalla cura nella scelta della materia prima (tra cui la lana gentile della zona della Murgia) alla selezione nell’uso di licci in cotone e di soli pettini di canna nel telaio «Perché per lavorare cachemire così sottile è importante non sfaldare la fibra come succede con i moderni pettini in ferro», racconta Surace. 

Un percorso non facile, per una realtà che è stata premiata nel 2024 come esempio di eccellenza nell’artigianato dagli European Textile Award. «Venticinque anni fa parlare di recupero e di tradizione qui non era visto di buon grado. Ancora oggi, la gran parte dei miei clienti è internazionale».

Il fiocco salentino è la lavorazione protagonista sul telaio, una tecnica che richiede più navette per ordito e trama e che storicamente è stata dedicata alla creazione di arazzi o tessuti d’arredo ma che di recente, anche grazie all’impegno e la maestria di IJO’design che ha dato valore ad un’arte quasi dimenticata, è stata rievocata anche da Maria Grazia Chiuri per Dior.

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